Abbiamo provato a dare una risposta a queste domande sulla base della nostra esperienza nel settore incoming turistico attraverso i progetti Visit Italy, Visit Venezia e Visit Naples.
In attesa di riprendere a viaggiare, abbiamo scelto, pur senza sfera di cristallo, di fare un punto della situazione e provare ad ipotizzare i possibili scenari futuri nel settore viaggi. Da premettere che prima di questa pandemia, il mondo ha già attraversato momenti di forte crisi come questo, dalla Guerra del Golfo all’11 settembre, che per chi ricorda, innescò in tutta la popolazione una fobia per l’aereo. Momenti dai quali però, il settore viaggi si è sempre ripreso brillantemente.
Se poi c’è una cosa che caratterizza noi italiani nello specifico, è una forte reattività; passato questo periodo ci sarà tanta voglia di andare in vacanza, anche se non sappiamo precisamente quando, dove e come lo faremo. Proviamo quindi a dare delle risposte a queste domande, dando per scontato che l’emergenza ha un tempo determinato e presto torneremo tutti a viaggiare. Lo faremo n maniera più consapevole e con qualche accorgimento, ma lo faremo più di prima, perché viaggiare è tra le abitudini più sane e positive della vita.
Su come lo faremo è possibile prendere in considerazione una serie di ipotesi, ad esempio per gli spostamenti in aereo, sappiamo tutti ormai che volare è più sicuro di andare in Posta o al Supermercato. Tutti gli aeromobili sono dotati infatti di filtri speciali chiamati HEPA (High-Efficiency Particulate Air) la cui capacità di sterilizzazione dell’aria è pari al 99,97%, equiparabile solo a quella utilizzata nelle sale operatorie degli ospedali.
Come cambierà il comportamento in volo?
Il fatto che gli aerei siano dotati di filtri così potenti, non significa che tutta l’aria all’interno della cabina sia pulita, perché una persona che starnutisce, tossisce, parla o respira, potrebbe comunque emettere goccioline in grado di contagiare passeggeri vicini prima che il filtro HEPA abbia la possibilità di catturarle. È qui che entra in campo una misura introdotta già da alcune compagnie aeree subito dopo la notizia della diffusione del virus: l’obbligo di indossare mascherine per tutti coloro che si imbarcano e così garantire la sicurezza di se stessi e degli altri passeggeri.
Se ci pensiamo è quello che fanno i giapponesi già dal Dopoguerra. Un popolo molto rispettoso ed attento quello nipponico, abituato a prevenire in tutti i modi qualsiasi genere di contagio, dal raffreddore ad una possibile epidemia. Per fare ciò prestano molta cura al propria igiene: lavano spesso le mani e lo fanno sia per proteggere se stessi, ma anche per evitare di contagiare gli altri. È anche per questo che i giapponesi usano le mascherine quando hanno la sensazione di non essere, per così dire, in forma e per evitare di trasmettere o veicolare qualsiasi genere di contagio.
Procedure di imbarco
Se l’ambiente dell’aeromobile è molto controllato, il processo di imbarco invece lo è sicuramente meno. Probabilmente si dovrà infatti mantenere una distanza fisica di oltre 1 metro quando si è in coda per evitare possibili contagi; in tal senso le compagnie dovranno studiare delle procedure diverse dalle attuali previste per l’imbarco, soprattutto per evitare assembramenti. Negli Stati Uniti esiste già da anni un sistema per mantenere le distanze indicate chiaramente sul pavimento, cosa che abbiamo introdotto oggi nei nostri supermercati: quelle linee distanziate di un metro tra loro potrebbero diventare la norma.
Anche perché, come sappiamo, sono già previste delle priorità di imbarco e attendere il turno in fila è spesso un’inutile perdita di tempo. E’ possibile che vengano introdotte procedure di imbarco graduale, magari in base al numero del proprio posto. Forse si allungheranno leggermente i tempi di attesa o è addirittura possibile che diminuiscano.
Controlli della temperatura
Ai controlli sono attualmente previsti i termoscanner per tutti i passeggeri dei voli internazionali e nazionali per misurare la temperatura. Possiamo ipotizzare che questa procedura sarà adottata anche in futuro? Non è ancora dato saperlo, ma cambierebbe poco, anzi mantenere questa misura, potrebbe prevenire la trasmissione di virus similari in futuro.
Quando si potrà riprendere a viaggiare?
Sicuramente dipenderà dall’evoluzione del fenomeno, le previsioni più realistiche fanno pensare che a giugno potrebbe cominciare lievemente l’attività per poi aumentare via via da luglio in avanti. Nelle prime fasi si muoverà soprattutto il cosiddetto “turismo territoriale” per cui ci immaginiamo che il mercato domestico e quindi l’Italia potrebbe giocare un ruolo determinante questa estate, sia per ragioni oggettive sia per ragioni psicologiche. Da Agosto in poi si tornerà via via alla normalità, con una ripresa graduale e spostamenti sempre più frequenti da nazione a nazione e da continente a continente.

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