Sardegna tra le migliori destinazioni 2026 secondo Lonely Planet. Un’analisi del perché della scelta e del lavoro che ha reso l’isola così credibile.
di Ruben Santopietro
La Sardegna entra tra le migliori destinazioni al mondo per il 2026 secondo la guida Lonely Planet, unica regione inclusa in Europa. Bene. La domanda utile è un’altra: perché adesso? Perché lei? E soprattutto cosa possiamo imparare dalla lezione sarda?
Alla luce dei dati, dei segnali di mercato e dei criteri solitamente considerati in queste liste, la risposta non sta nella fortuna né in uno slogan politico. È il lavoro silenzioso di valorizzazione, promozione e sistema che l’isola ha costruito negli anni insieme a comunità, imprese e istituzioni. Oggi la classifica internazionale lo certifica, ma il percorso è iniziato molto prima.
Negli ultimi cinque anni la Sardegna ha fatto una scelta chiara, smettere di vivere di sola rendita balneare e aprire i cassetti del proprio capitale culturale, naturale e umano. Tra i motori principali di questa virata c’è Salude & Trigu, il progetto della Camera di Commercio di Sassari che ha alzato l’asticella della promozione in Italia, trasformando campagne episodiche in oltre cento appuntamenti coordinati su dodici mesi.
Non un elenco di date, una regia che tiene insieme territori e stagioni. Calendari diffusi, identità locali curate, filiere attivate, ospitalità che si estende oltre l’estate. Quando il sistema lavora, la reputazione segue.

Qui entra in gioco anche il nostro lavoro. Con Visit Italy abbiamo sostenuto la strategia di Salude & Trigu nella parte più delicata, tradurre il valore in una narrazione credibile e continuativa.
Questo ha significato progettare un calendario editoriale che seguisse i territori mese per mese, produrre contenuti multilingue capaci di parlare ai mercati esteri, attivare una rete di media e creator coerenti con il posizionamento dell’isola, misurare i risultati e correggere la rotta quando serviva.
Il nord Sardegna nel 2024-25 ha visto un +33% di turisti americani dentro un progetto su cui lavoriamo da oltre cinque anni. Non casualità, ma gli effetti di un metodo.
Basta guardare cosa succede quando il calendario lavora dodici mesi e si esce dalla Checklist Era.
Ad aprile JazzAlguer riempie le piazze, a giugno Giugno Slow porta esperienze a La Maddalena, a ottobre Benvenuto Vermentino anima Olbia, a dicembre Notte de Chelu accende i borghi del Goceano. La costa e l’entroterra stanno sulla stessa mappa. La Sardegna che convince oggi è concreta e le guide registrano solo una trasformazione già in moto.
Più connessioni nei mesi di spalla, più collaborazione tra territori, rotte che rafforzano accessibilità e scelta. Le nuove tratte aeree Parigi Alghero e Alghero Bordeaux aprono pubblici nuovi perché prima si è lavorato sulla domanda. La domanda internazionale cresce dove il racconto è continuo e l’offerta regge dodici mesi.

Questo approccio non è un unicum. Lo scorso anno anche Genova è entrata nella stessa classifica, tra le mete consigliate per il 2025.
Non per caso. La città ha avviato un lavoro serio su attrattività e narrazione con lo stesso principio che guida la Sardegna. Anche qui con Visit Italy lavoriamo fianco a fianco con la direzione turismo del capoluogo ligure, agendo su narrazione e posizionamento con format editoriali, contenuti social e misurazioni continue.
Il punto è semplice. Le liste contano, aiutano il pubblico a scegliere, ma non creano valore dal nulla. Lo intercettano. Dai segnali che osserviamo, la Sardegna è stata selezionata perché ha cambiato il modo di presentarsi al viaggiatore.
Ha reso visibile ciò che spesso restava invisibile, ha organizzato l’offerta in dodici mesi, ha fatto sistema cucendo insieme attori che prima lavoravano per compartimenti stagni. Ha spostato il baricentro, dal prodotto venduto d’estate al progetto vissuto tutto l’anno.
C’è un merito collettivo che va riconosciuto. Le comunità che hanno aperto le porte, gli operatori che hanno investito nella qualità, le amministrazioni che hanno sostenuto processi lunghi, i professionisti che hanno costruito contenuti e campagne con coerenza.
Con Visit Italy abbiamo fatto la nostra parte al fianco dei territori, creando una narrazione internazionale che non promette l’impossibile ma rende leggibile ciò che c’è davvero. Salude & Trigu è l’emblema di questo metodo. Non un manifesto vuoto, ma una infrastruttura culturale che genera occasioni di incontro, motivazioni di viaggio, opportunità economiche per chi resta.
Quando una guida internazionale guarda all’isola e la segnala, sta premiando questo.
La sfida adesso è tenere la rotta. Usare la visibilità come leva per consolidare. Allungare ancora la stagione. Proteggere i luoghi fragili. Spingere l’entroterra, i cammini, le botteghe, i musei diffusi. Formare nuovi narratori dei territori. La storia vera è un lavoro iniziato cinque anni fa, quando pochi ci credevano. Oggi che molti se ne accorgono, è il momento di fare un passo in più.


