Scopriamo cos’è la turismofobia, perché sta esplodendo anche in Italia e come possiamo affrontare l’impatto del turismo di massa.
di Ruben Santopietro
Negli ultimi anni, il termine “turismofobia” ha iniziato a guadagnare attenzione in molte destinazioni turistiche globali, suscitando un acceso dibattito sul futuro del turismo. Ma cosa significa esattamente questo termine, e perché sta diventando sempre più rilevante anche in Italia? Come CEO di Visit Italy, vorrei esplorare le origini di questo fenomeno, analizzare le cause che lo alimentano e discutere le possibili soluzioni che stiamo sviluppando per affrontarlo.
Le origini della turismofobia
Il termine “turismofobia” nasce in Spagna, precisamente a Barcellona, intorno al 2017. Si riferisce alla crescente ostilità delle popolazioni locali nei confronti dei turisti, visti non più come una risorsa economica, ma come una minaccia al benessere e alla qualità della vita quotidiana. Questo fenomeno è stato inizialmente osservato in città che hanno visto un boom turistico senza precedenti, come Barcellona, Lisbona e Amsterdam. Il termine si è diffuso rapidamente per descrivere una sensazione condivisa da molte comunità che si sentono invase e sopraffatte da un afflusso turistico incontrollato.
Perché nasce la turismofobia?
La turismofobia emerge principalmente in contesti dove l’overtourism – il turismo di massa non gestito – o ancora più corretto l’umbalanced tourism (turismo sbilanciato: tutti negli stessi luoghi e negli stessi periodi dell’anno) ha portato a una serie di problemi significativi. Tra le principali cause troviamo:
- Sovraffollamento: Le infrastrutture delle città non riescono a sostenere l’elevato numero di visitatori, causando disagi sia per i turisti che per i residenti.
- Aumento dei prezzi: Il boom turistico porta spesso a un aumento dei prezzi immobiliari e del costo della vita, rendendo difficile per i residenti continuare a vivere nelle loro città.
- Perdita di identità culturale: L’afflusso massiccio di turisti può portare alla “disneyficazione” delle città, dove la cultura locale viene semplificata o alterata per soddisfare le aspettative dei visitatori, privando le comunità della loro autenticità.
- Impatto ambientale: Il turismo di massa contribuisce all’inquinamento e alla distruzione dell’ambiente, con danni irreparabili agli ecosistemi locali.
La turismofobia in Italia
Anche in Italia, stiamo iniziando a vedere i primi segni di turismofobia, soprattutto nelle destinazioni più iconiche come Venezia, Firenze e Roma. Queste città, che sono tra le più visitate al mondo, stanno affrontando sfide enormi nel gestire i flussi turistici. Secondo i dati recenti, il 70% dei turisti stranieri si concentra sull’1% del territorio nazionale, creando una pressione insostenibile su queste aree.
A Venezia, ad esempio, le proteste contro il turismo di massa sono diventate sempre più frequenti. I residenti lamentano l’eccessiva presenza di turisti, che non solo sovraccarica le infrastrutture, ma mina anche la qualità della vita quotidiana. Simili preoccupazioni si riscontrano anche in città come Firenze, dove l’aumento dei prezzi e la trasformazione del tessuto urbano per soddisfare le esigenze turistiche hanno portato a un crescente malcontento tra i residenti.
Come affrontare la turismofobia: la visione di Visit Italy
Affrontare la turismofobia richiede un cambiamento radicale nel modo in cui concepiamo e sopratutto gestiamo il turismo. In Visit Italy, siamo consapevoli di queste sfide e crediamo fermamente che il turismo debba essere governato mettendo al centro il benessere delle comunità locali. Per questo, supportiamo grandi e piccole destinazioni italiane, nel parlare al proprio pubblico in modo coerente, responsabile e sostenibile. Ecco alcuni esempi:
1. A Tropea, in Calabria, stiamo accompagnando una crescita turistica senza precedenti.
Tra le varie azioni, abbiamo prodotto lo spot ufficiale, oggi apprezzato a livello internazionale, con l’obiettivo di rafforzarne l’identità come una delle mete più affascinanti del Mediterraneo. Ma sempre partendo da ciò che la rende unica: il patrimonio naturale, storico e culturale. Non l’hype, ma la sostanza.
2. Destagionalizzazione: Ridurre la pressione non significa avere meno turismo, ma redistribuirlo meglio. Per le Marche, abbiamo realizzato una campagna internazionale che ha portato questa regione sugli schermi di Times Square. Un’azione simbolica e concreta, che ha acceso i riflettori su un’Italia autentica e accessibile, anche nei mesi meno affollati. Perché l’Italia non è bella solo in agosto. E l’estate non è l’unico tempo per viaggiare.
3. Collaborazione con le comunità locali: La turismofobia cresce dove il turismo viene vissuto come un’imposizione. Per questo, ascoltare i territori è il primo passo. A Courmayeur, stiamo aiutando a costruire una narrazione che esce dagli stereotipi.
Non solo sci e resort: ma anche estate, silenzi, cultura alpina, tradizioni locali. La bellezza non sta solo nei numeri. Ma nel modo in cui una comunità riesce a raccontarsi, senza perdere se stessa.o unica.
4. Depolarizzazione dei Flussi Turistici: L’overtourism è spesso solo il sintomo di un problema più grande: tutto il traffico va negli stessi luoghi, nello stesso momento. Con il progetto Salude & Trigu, che da cinque anni portiamo avanti insieme alla Camera di Commercio di Sassari, stiamo spostando l’attenzione dalla costa all’interno della Sardegna. Gastronomia, artigianato, feste popolari, paesaggi poco noti e autentici. Non solo promozione: una strategia di riequilibrio, che oggi viene guardata da tanti come un modello di riferimento.
Riflessioni finali
La turismofobia è un segnale d’allarme che non possiamo ignorare. È il sintomo di un sistema turistico che, se lasciato incontrollato, può avere conseguenze devastanti per le comunità locali e l’ambiente. In Visit Italy, siamo impegnati a promuovere un turismo che non solo rispetta, ma valorizza le destinazioni e le persone che le abitano. Solo attraverso un approccio più consapevole e sostenibile possiamo garantire che il turismo continui a essere una risorsa preziosa per tutti, oggi e in futuro.