Scopri come attrarre turisti verso destinazioni meno conosciute con un approccio mirato basato sulle tribù: visibilità, strategie digitali e marketing del turismo.
di Matteo Rinaldi
Quando mi confronto su temi legati al turismo e alla valorizzazione del territorio, come spesso faccio con Ruben Santopietro, Fondatore e CEO di Visit Italy, emergono sempre idee e soluzioni innovative per migliorare i flussi turistici in Italia. È un confronto che mi ispira e mi stimola a riflettere su come rendere il nostro paese più attrattivo e sostenibile.
I dati più recenti ci mostrano una realtà che non possiamo ignorare: il 70% dei turisti stranieri si concentra su appena l’1% del territorio nazionale. Città come Venezia, Firenze e Roma sono costantemente sotto pressione, mettendo a rischio il loro prezioso patrimonio culturale e naturale. Questo sovraffollamento ha generato una crescente “turismofobia” tra le comunità locali, una reazione negativa delle comunità locali verso i visitatori. L’aumento incontrollato degli affitti brevi, spesso non regolamentati, contribuisce alla desertificazione residenziale e all’aumento dei costi abitativi, creando malcontento e tensioni sociali.
Ma come possiamo espandere quell’1%, attirando visitatori verso luoghi meno conosciuti e valorizzandoli?
Il primo passo è la visibilità. Sempre più comuni scelgono di promuovere le bellezze del proprio territorio su piattaforme come Visit Italy, che raggiunge milioni di persone in cerca di gemme nascoste. La visibilità globale è essenziale: nessuno può visitare un luogo se non sa che esiste.
Il secondo passo, meno intuitivo ma altrettanto fondamentale, è adottare ciò che definiamo un “mindset tribale“. Quando si promuove una città, spesso si cerca di attrarre ogni tipo di visitatore: gli amanti della cultura, gli sportivi o i giovani in cerca di divertimento notturno. Ma quando si tenta di essere tutto per tutti, il rischio è di non essere rilevanti per nessuno.
Il concetto di tribù
Le tribù, o community, sono gruppi di persone con interessi, stili di vita e passioni in comune. Oggi, grazie a internet e alle nuove tecnologie, la creazione di queste community è diventata ancora più facile, rendendo il concetto di tribù cruciale per l’economia attuale, soprattutto nel turismo. Le tribù possono avere un legame diretto con il viaggio – come i “backpackers”, i “solo travellers”, i “business travellers” o i “digital nomads” – oppure possono essere legate a interessi specifici come il cibo, il ciclismo, lo sci o il gaming.
Sviluppare un mindset tribale significa mappare il territorio e identificare le attrazioni che possano catturare l’interesse delle tribù, utilizzando i canali giusti per raccontarle. Ad esempio, Bergamo e la sua provincia potrebbero attirare i “foodies” e i “wine lovers” con percorsi enogastronomici su misura, promossi su blog come Giallo Zafferano o tramite influencer come Fiorella Breglia di “Cucinoperamore”. Allo stesso modo, Bergamo potrebbe promuovere la ciclabile Bergamo-Brescia e i suoi paesaggi mozzafiato per attrarre ciclisti di tutto il mondo.
Una volta individuate le tribù, è cruciale attivarle, offrendo esperienze coinvolgenti e memorabili attraverso i canali più efficaci. Blog, influencer e social media permettono di segmentare il pubblico in base ai loro interessi, raggiungendo in modo mirato chi è davvero interessato. Ad esempio, una campagna pubblicitaria sulle piste ciclabili sarà vista solo da chi ha una passione per il ciclismo, creando il desiderio di non perdersi l’occasione di visitare quel luogo.
Un esempio illuminante viene da Tokyo, che ha recentemente sviluppato una “vegan map” per attrarre la tribù dei vegani nella capitale del Sol Levante. Tokyo è indicata da molti blog di viaggi come una delle mete più vegan-friendly al mondo, ma i vegani non sono l’unica tribù che la città sta cercando di attrarre. Un altro esempio affascinante è quello dei gamers: secondo Statista, i gamers nel mondo sono 3,2 miliardi, e il quartiere di Akihabara, noto come “Electric Town”, è ormai la loro mecca. Al calar del sole, le insegne al neon creano un’atmosfera unica, rendendo questo quartiere irresistibile per chiunque ami il mondo dei videogiochi.
Su quali tribes puntare?
Torniamo in Italia. Utilizzando il database di GWI, abbiamo individuato le tribù più interessate a visitare il nostro Paese nei diversi mercati internazionali. Comuni e regioni possono sfruttare queste informazioni per sviluppare attività su misura e creare strategie digitali mirate, capaci di attrarre efficacemente questi gruppi di visitatori.
«Per valorizzare davvero le realtà locali, dobbiamo smettere di parlare di turisti e iniziare a parlare di persone e tribù»
Non basta conoscerne età o provenienza: dobbiamo essere curiosi e andare oltre, cercando di comprendere i loro interessi, passioni e paure. Solo così possiamo trasformare i nostri territori in destinazioni che parlano direttamente al cuore delle persone, creando esperienze autentiche e indimenticabili, capaci di lasciare un segno.
Riflessioni finali
Per una campagna di marketing del territorio efficace, occorre adottare un approccio attento e strategico, capace di identificare e coinvolgere le giuste tribù, raccontando loro storie autentiche e offrendo esperienze rilevanti. La frammentazione dei target, l’utilizzo di strumenti digitali e la costruzione di comunità intorno a interessi condivisi sono ormai indispensabili per attrarre visitatori e generare valore sostenibile.
Se state progettando la vostra prossima campagna di marketing territoriale, l’invito è a riflettere attentamente su chi volete raggiungere e su come connettervi con le loro passioni, perché solo così potrete creare un impatto duraturo e significativo. Questo è il futuro del turismo: connettersi, coinvolgere, ispirare.